
Phygital experience: arte da salvare
L’iniziativa permetterà di conoscere e sperimentare alcune tecnologie e metodologie impiegate nella trasformazione digitale del patrimonio salvato dal sisma dell’Italia centrale. I partecipanti saranno guidati in un’esperienza “phygital”, dove il digitale e il materiale si incontrano e si contaminano tra loro.
16,30 – 17,30 Attraverso il gioco del puzzle, i visitatori potranno ricomporre l’Altare della Madonna della Palla di Norcia, gravemente danneggiato dal terremoto del 2016, e scoprire l’opera e la sua travagliata storia.
17,45 – 18,45 Come possono i microrganismi che crescono su opere d’arte, libri e reperti deteriorarli silenziosamente? Attraverso dimostrazioni pratiche i visitatori vedranno da vicino i processi di degrado biologico e, tramite un approccio partecipativo, scopriranno soluzioni naturali e sostenibili nella protezione dei beni culturali.
19,00 – 20,00 Quali sono gli algoritmi e le tecnologie per le ricostruzioni 3D?
Dopo una breve introduzione teorica i partecipanti scopriranno come si crea il modello 3D di un bene culturale attraverso l’esempio dell’altare della Madonna della Palla e potranno sfidarsi nella ricostruzione del modello 3D di un oggetto.
20,15 – 21,15 Se dovessi raccontare un deposito per i beni culturali, quali parole, immagini, emozioni useresti?
Vieni a immaginare nuovi scenari in cui il digitale diventa una chiave capace di aprire porte invisibili: specchio di memorie fragili e al tempo stesso motore di visioni inedite, trasformando i depositi in luoghi vivi, dove memoria e immaginazione si intrecciano in percorsi inattesi.
I ricercatori del Centro di ricerca sulla digitalizzazione del patrimonio culturale e ambientale (CeDiPa) dell’Università degli Studi di Perugia presenteranno “DEPOSITI – Digitalizzazione E Promozione delle Opere Salvate In Territori Interessati da calamità naturali” un progetto di ricerca volto a sviluppare e sperimentare metodologie per la documentazione e valorizzazione dei beni messi in salvo dopo gli eventi sismici che hanno colpito l’Italia centrale tra il 2009 e il 2016 e conservati nei Centri di Deposito organizzati in varia forma tra Spoleto, L’Aquila, Rieti e Camerino.
La ricerca è improntata a un approccio di tipo “phygital”, che tende ad associare la dimensione fisica, reale del bene con una nuova versione digitale. L’approccio tende ad assicurare che il bene digitale, efficacemente strutturato e semantizzato, sia la base per sistemi di informazione condivisi e possa essere comunicato anche in forma multimediale, attraverso applicazioni digitali, visualizzazioni in realtà virtuale, aumentata e mista. Il patrimonio diventa quindi supporto per iniziative di ricerca, per attività creative ed educative, ma anche per la realizzazione di percorsi di riappropriazione dei significati culturali delle comunità a cui il patrimonio appartiene. L’intento è dunque quello di non limitarsi alla semplice ricollocazione dei beni, ma immaginare ed elaborare nuove forme di condivisione con le comunità interessate.
A cura di: Centro di Ricerca per l’Innovazione, Digitalizzazione, Valorizzazione e Fruizione del Patrimonio Culturale e Ambientale (Husam Alabed, Michela Spito, Sara Alimenti)