
Le biblioteche come spazi di dialogo, sapere e cultura: dal mondo classico alla contemporaneità
Non solo luogo di conservazione e catalogazione di libri, fin dall’antichità la biblioteca fu concepita come uno spazio vivo di condivisione e trasmissione delle conoscenze letterarie, filosofiche e scientifiche. Se già le prime biblioteche del Vicino Oriente Antico furono dei centri di apprendimento, scrittura e copiatura, con il mondo greco-romano esse diventano dei veri e propri luoghi di ricerca. Sul modello della celebre biblioteca di Alessandria, in cui – in continuità con il Museo – si praticavano la filologia e la traduzione, si studiavano la matematica, la medicina, l’astronomia e si svolgevano lezioni e conferenze, furono organizzate anche le biblioteche imperiali romane, aperte a un gran numero di fruitori. In un ideale percorso dall’antichità all’epoca contemporanea, l’attività proposta ha l’obiettivo di far conoscere al pubblico alcuni aspetti fondamentali delle funzionalità delle biblioteche antiche e degli oggetti che costituivano il libro (papiri, rotoli, cataloghi, epigrafi), attraverso momenti laboratoriali, dimostrazioni pratiche e attività dedicate anche ai più giovani. Il percorso intende mettere in evidenza il valore simbolico e sociale della biblioteca come spazio vivo di costruzione dell’identità culturale, ponte tra epoche e veicolo di memoria condivisa. Inoltre, verrà mostrato come l’uso delle tecnologie digitali abbia favorito lo sviluppo della ricerca e una più ampia divulgazione, rendendo accessibili patrimoni culturali un tempo riservati a pochi e aprendo nuove prospettive nello studio, nella conservazione e nella fruizione dei materiali antichi.
A cura di: Federica Borgh, Shanna Rossi, Francesco Scozzaro, Giuseppe Spinnato, Emilia Salerno.
Questa attività è correlata al seguente SDG (Sustainable Development Goals):
SDG 4 Garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa