Castello Visconteo

Il Castello Visconteo venne costruito in pochissimi  anni a partire dal 1360 per volontà di Galeazzo II Visconti. Quest’ultimo, già signore della Lombardia occidentale e co-signore di Milano insieme con il  fratello Bernabò, nel 1359 era riuscito a conquistare  anche Pavia dopo un lunghissimo assedio e aveva deciso di dare alla città un segno ben visibile della presenza e del potere del nuovo signore. Il Castello era stato, infatti, concepito come parte di un vasto piano di riqualifi cazione urbana e territoriale, di cui facevano parte il rettifi lo di Strada Nuova, sul tracciato dell’antico cardo romano, l’apertura della “platea magna” (oggi piazza della Vittoria) e la
ricostruzione del romano ponte coperto sul Ticino. I Visconti vollero anche disegnare un grandioso parco di caccia, attualmente non più esistente, che dal Castello, tutto recintato da mura, si estendeva a settentrione fi no alla Certosa, chiesa fondata nel 1396 e destinata anche a sede delle sepolture dei duchi. La costruzione di una “cittadella” fortificata a ovest del nuovo edificio, sull’area limitrofa a S. Pietro in Ciel d’Oro, permise di sviluppare gli aspetti residenziali anziché quelli militari: in effetti, più che una fortezza, il Castello di Pavia fu soprattutto la splendida sede di una corte raffi nata, come è ancora possibile intuire dalle grandi bifore est, dall’aereo loggiato del cortile e dagli affreschi delle sale interne, elementi che rispecchiano il gusto del gotico internazionale. Nella seconda metà del XIV e nel XV secolo il maniero fu un importante centro di produzione artistica, come attestano la presenza documentata di pittori come Bonifacio Bembo, Zanetto Bugatto eVincenzo Foppa, quella presunta di Pisanello e il fatto che alcuni degli affreschi tuttora superstiti siano stati attribuiti a Michelino da Besozzo e Giovannino de Grassi. Di particolare bellezza il decoro con imprese viscontee sul cielo stellato della “Sala Azzurra”, le figure del Cristo morto e dei Santi nell’originaria cappella (a piano terreno), i motivi a tappezzeria e le immagini muliebri su sfondo di rose (primo piano). Tra gli elementi di meraviglia, che all’epoca motivarono la celebrità della residenza viscontea e che oggi risultano purtroppo scomparsi, bisogna ricordare: la Biblioteca ordinata da Francesco Petrarca e ricca di preziosi codici miniati, oggi dispersi in tutto il mondo; un mirabolante orologio astronomico, che segnava anche la posizione dei pianeti rispetto alle costellazioni; la raccolta di un centinaio di sacre reliquie e una sala con pareti e volta rivestite da specchietti dipinti in oro, che rifl ettevano i raggi di luce con effetti suggestivi.Teatro della celebre battaglia che si combatté nel Parco nel 1525, mutilato nel lato nord dalle artiglierie francesi nel 1527 e successivamente divenuto caserma, il Castello di Pavia è stato acquistato dal Comune, restaurato negli anni ’20 e ’30 del XX secolo e, a partire dal secondo dopoguerra, è divenuto sede dei Musei Civici, i quali comprendono: al piano terra la sezione archeologica e altomedievale, con i reperti di età longobarda, la sezione di scultura Romanica e Rinascimentale; al primo piano la Pinacoteca Malaspina, la sala del Modello ligneo del Duomo, la Pinacoteca del Seicento e Settecento, la Quadreria dell’Ottocento e la Donazione Morone; al secondo piano il Museo del Risorgimento, la Gipsoteca e il Museo etnografi co Robecchi Bricchetti.

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